Avalon Instruments M1 Fast Reverse
Impressioni d’uso
Sono le 18 di una serata di febbraio mentre in macchina uscendo dalla periferia della mia città mi dirigo verso casa. Dopo un lungo periodo di tempo perturbato, finalmente intravedo ampi squarci di sereno nella notte che avanza.
Da qualche giorno, ho acquistato una Emme Uno della Avalon, un montatura che mai avrei pensato potesse diventare la colonna portante del mio set up strumentale, che di recente, ho completamente rinnovato.Tuttavia, i risultati lusinghieri e in parte inaspettati delle prove preliminari, contribuiscono a formare nella mia mente strani pensieri….e incoraggiato da questi, decido di provare : fotografare con il Celestron 11 a f20!
Stazionamento e comportamento alle lunghe e lunghissime focali
Convinto possa essere una sfida impossibile, monto il tutto sul terrazzo da dove normalmente, in attesa di poter disporre dell’osservatorio in via di realizzazione effettuo tutti i test. Da tale postazione purtroppo, pur avendo accesso alla polare, non dispongo della visione di Cassiopea e dell’Orsa Maggiore per cui al fine di portare a coincidenza tali asterismi con quelli serigrafati del cannocchiale polare, sono costretto a ruotare il relativo asse (polare appunto)della montatura , fino a portare la serigrafia, a coincidere con la mia visione immaginaria del cielo, in quel dato orario.
Non pensavo che in astrofotografia, praticandola oramai da un decennio, si potesse essere così grossolani ed ottenere dei risultati ed è solo grazie alla Emme Uno che stò cambiando, questa mia radicata convinzione. L’aria è instabile, Il seeing è men che mediocre tuttavia accendo tutto, allineo gli assi della Lodestar nella guida fuori asse, infilo il ccd in una ottima barlow televue e parto con le prime riprese a f 20 su m42.Il grafico di guida su PHD è impressionante, mentre rappresenta il saltellio della stella dovuto al seeing veramente proibitivo per tali focali (quarto grado della scala di Antoniadi).Anche i valori di RMS e l’indice di oscillazione sono poco confortanti, tuttavia la prima schermata di Astroart mi lascia esterrefatto : due minuti di posa perfettamente inseguiti senza neanche stazionare!! Mi lascio ingolosire dall’incredibile risultato e così, per provare l’ebbrezza di andare oltre l’impossibile ma non aspettandomi niente di più di quanto già ottenuto, provo ad aumentare il tempo di integrazione…4 minuti, 6 minuti…a sei minuti solamente il 10% delle immagini è da scartare perché le stelle sono leggermente allungate e mentre constato questo, mi chiedo mentalmente cosa sarebbe possibile fare con uno stazionamento più accurato e una maggiore cura nell’impostazione dei parametri di guida.
Per chi come me, abituato ad un’ora di bigourdan per potere accedere a pose di lunghezza decente a focali medie, il salto è abissale. Questa che ho raccontato è solo una tra le numerose esperienze che è stata in grado di regalarmi questa raffinata realizzazione made in Italy, confermando la bontà della mia scelta invero inizialmente sofferta (per via della scarsa diffusione del sistema monobraccio se non per strumenti entry level e per via delle mie precedenti esperienze ).
Facilità d’uso
Ulteriori conferme, oltre che dalla descritta facilità di accesso ad immagini di ottima qualità, arrivano anche dalla mia schiena di quarantenne abituata direi rassegnata oramai, nelle trasferte, a trasportare, oltre la strumentazione decine di chilogrammi di contrappesi.
Ancora oggi a qualche mese dall’acquisto, vedere il mio C11 caricato all’inverosimile bilanciato con un contrappesino da 1,5kg (semplicemente spostando l’unico braccio verso l’esterno della montatura), mi sembra in contraddizione con le leggi conosciute della fisica!Inoltre, il poter disporre di un supporto che consente il temutissimo passaggio al meridiano senza alcun problema è un plus che a mio avviso rende la Emme Uno, anche più apprezzabile rispetto a prodotti di assoluto blasone.
Niente ribaltamento del tubo, niente aggrovigliamento dei cavi, niente rotazione del campo inquadrato con relativa indispensabile acquisizione di nuovi frame di calibrazione (soprattutto flat field).Tutto ciò soprattutto per chi come il sottoscritto, dorme tranquillamente nel suo letto tutta la notte lasciando regolarmente la strumentazione a riprendere è una tranquillità che non ha prezzo.
Sistema goto e prestazioni di guida:
per chi non vuole problemi la montatura è controllabile dal sistema EQ mod tramite Synscan. Per chi vuole ancora meno problemi è possibile disporre del sistema proprietario Star Go. Ho utilizzato a fondo entrambi. Il primo è conosciutissimo e oramai giunto alla sua piena maturità il secondo, lo Star Go appunto, pur assicurando la stessa affidabilità dell’EQ Mod, garantisce, oltre che un consumo nettamente inferiore rispetto a questo, un controllo tramite driver Ascom proprietario Avalon e numerose funzioni aggiuntive, tra le quali (oltre alla possibilità di far parcheggiare automaticamente in qualsiasi posizione si voglia la montatura alla fine della sessione di ripresa) quella che io definisco la guida adattiva. Infatti pur potendo utilizzare tranquillamente i consueti software di guida (personalmente uso PHD) si può migliorare nettamente l’inseguimento per le lunghe esposizioni lasciando al sistema stesso la possibilità di decidere secondo per secondo ( o anche meno se si imposta un refresh più breve) quale sia la velocità di guida più adeguata (in genere per la M1 la più bassa possibile fino all’incredibile valore di 0,05 X) in base alle condizioni del set up , ambientali etc. Ovviamente è possibile puntare tutti i soggetti possibili con la banca dati dello star go ma anche utilizzare insieme ad esso tutti i più popolari sw planetari. Personalmente utilizzo Chartes du Ciel riscontrando una precisione di puntamento ottima anche a focali di 2800 mm e con allineamento ad una stella. La pulsantiera di controllo è semplice e intuitiva, ben utilizzabile anche la notte al buio e con i guanti. Forse il cavetto di collegamento tra pulsantiera e montatura risulta un po’ rigido soprattutto alle basse temperature. La M1 grazie a questo sistema è totalmente controllabile anche tramite I Phone. La qualità di inseguimento (anche senza la guida adattiva) risulta ottima consentendo all’utilizzatore di raggiungere una quota pari al 90% di pose perfettamente guidate anche oltre i 5 mt di focale, il tutto ovviamente stazionando semplicemente al polo con il relativo cannocchiale polare.
Difetti
Difetti? Risulta ovviamente vero che la cosa perfetta non esiste, anche se non è semplice trovarne in questa montatura. Personalmente il principale disagio riscontrato, attiene alla necessità di montare la strumentazione dopo che il buio sia sceso sufficientemente per poter discernere la stella Polare che con il tubo ottico montato non risulta visibile (l’ottica giace esattamente sull’asse polare).
Tale limitazione, viene tranquillamente ridotta al minimo sia dalla facilità e quindi rapidità con cui è possibile montare il tutto, sia dall’irrilevante impatto meccanico che tale carico ha sulla montatura. Tuttavia per chi, come me, ama avere tutto in ordine quando la notte scende sul sito osservativo, è possibile montare, tramite apposito raccordo Avalon il cannocchiale polare esternamente. Grazie a tale soluzione l’asse polare cavo, rimane libero rendendo possibile il passaggio dei cavi per un cablaggio pulito e funzionale (cosa che per chi come me a volte opera con Hyperstar significa ridurre a zero la possibilità di evitare tironi spacca-lastra!).
Altre migliorie possibili potrebbero essere: la presenza di una bolla sferica sul basamento (in luogo di quella toroidale di serie), che darebbe modo all’utilizzatore di verificare in tutte le direzioni azimutali la planarità del sistema (problema comunque attualmente risolto, semplicemente con una bolla a doppio asse del costo di 3,5 euro), oppure un sistema di protezione per il cannocchiale polare (nel caso si lasci quest’ultimo in sede ), che sporgendo dal corpo della montatura è soggetto ad urti e disallineamenti durante gli spostamenti, senza che si utilizzi l’apposita capiente, robustissima, rifinitissima ma abbastanza ingombrante scatola della Emme Uno.
Ho notato inoltre come, che nel caso in cui il braccio sia portato nella posizione più esterna, ovvero quando si debba utilizzare la montatura con ottiche di diametro e peso importante, si apra una piccola luce, una minima distanza tra il basamento della montatura e il braccio stesso. L’unico inconveniente dello spazio suddetto è che lo stesso potrebbe consentire all’aria umida della notte d’insinuarsi all’interno del vano dove è contenuta la scheda dell’elettronica . Anche in questo caso però, la soluzione è veramente banale essendo sufficiente una strisciolina di gomma di un paio di mm di spessore, per far si che il tutto ritorni ad essere perfettamente isolato rispetto all’esterno. Gli unici problemi veri li ho riscontrati con l’utilizzo del la presa jack del funzionalissimo illuminatore polare (che da pulsantiera Synscan è regolabile con una intensità dallo 0 al 100% tramite ben 10 steps!). Infatti questa sporge di pochi mm dal corpo della montatura dentro la quale è inserito, tenuto in tale posizione da una rondellina che a mio avviso, risulta insufficiente a tenere tale jack in posizione.
Questo infatti, ogni volta che si trova sottoposto alla pressione esercitata dal jack maschio dell’illuminatore, sfuggiva dalla sua sede scomparendo all’interno della montatura. Purtroppo è stato molto semplice rompere il metallo tenero di tale ghiera (comunque acquistabile al prezzo di pochi centesimi in qualsiasi negozio di brico) ,nel tentativo di provare fissarla nella maniera migliore possibile tramite l’uso di un pappagallo. Pertanto avrei gradito un sistema di serraggio più stabile e affidabile anche se, a dire il vero, non ho notizie di altri utilizzatori che abbiano avuto il mio stesso problema
Comportamento in presenza di carichi elevati.
Per quanto riguarda la capacità di gestione di ottiche generose, la Emme Uno, come sopra detto, si comporta molto bene. Tuttavia in questo compito, risulta a mio avviso importante il supporto della meccanica che con backlash praticamente nullo, unitamente ad una risposta immediata agli impulsi di autoguida, tende ad eliminare anche… gli effetti del vento a cui il sistema (sempre alle lunghe e lunghissime focali) risulta relativamente sensibile. In altri termini, la montatura riesce a gestire bene anche carichi superiori alla sua capacità teorica, grazie alla ottima realizzazione meccanica.
Anche il test della difficoltà di puntamento della zona polare è stato effettuato in situazioni critiche in quanto, pur disponendo di un’ottica catadriottica compatta (60 cm di lunghezza) questa, con il paraluce e il treno ottico posteriore, arriva ad una lunghezza pari a ben 127cm. Tale lunghezza impedisce all’ottica di puntare direttamente la polare nonché pochi gradi attorno ad essa. Tale aspetto per me non è stato mai un problema (se lo fosse stato lo avrei risolto acquistando l’apposito distanziatore della Avalon).
Ottime le finiture, molto curate anche nei dettagli come molto buona è la fruibilità delle manopole di fissaggio e di regolazione della latitudine, che assicurando una regolazione sempre semplice e fluida, anche nel caso in cui la montatura sia a pieno carico, consentono un confortevole e assai poco faticoso allineamento al polo.
Personalmente ho apprezzato anche il fatto di disporre del sistema Synscan, diffusissimo sistema che ha nell’interfaccia utente molto intuitiva e la possibilità di espansione tramite sistema EQ Mod con connessione al pc, alcuni dei suoi punti di forza. Essendo infatti abituato a tale elettronica di controllo, ho potuto divertirmi con la Emme Uno già dalla prima sera.
Assistenza
In ultimo non a caso ho lasciato l’assistenza, in quanto non è semplice trovare le parole per definirla. Io utilizzerei la locuzione “surreale” in quanto non pensavo esistesse una cosa del genere .Infatti nel corso dei numerosi anni (quasi venti), dedicati ad acquistare ogni tipo di materiale astronomico, mi sono trovato spesso, pur non essendo particolarmente pignolo od esigente, a dover rincorrere rivenditori, o i produttori che una volta realizzata la vendita delle volte creano, piò o meno volontariamente, una sorta di difficile accessibilità, quasi una distanza tra se ed il cliente.
Con Luciano Dal Sasso titolare e ideatore della Avalon Instruments sono da subito entrato in un altro mondo, dove tali rapporti sono invertiti: è il costruttore-produttore che si interessa direttamente e personalmente ad ogni tua necessità od urgenza, a partire dalla semplice curiosità per finire con l’assistenza di persona ed in situ allo scopo di garantire che una cosa realizzata con passione (cosa che emerge da ogni finitura della Emme uno) e quindi bene, soddisfi in maniera piena ogni esigenza dell’acquirente.In questo senso è stato un piacere circa un mese fa, raccogliere l’invito di Luciano a verificare di persona i luoghi dove i suoi prodotti vengono progettati e realizzati.
Tanta tecnologia all’avanguardia , macchine a controllo numero multiasse di prim’ordine, il tutto coniugato con una dimensione imprenditoriale che pur avendo un respiro internazionale, non cede mai alla fredda standardizzazione di produzione in serie. Simpatia, disponibilità passione e grande competenza quindi al servizio praticamente incondizionato dell’acquirente che se volesse (prova realmente effettuata), potrebbe ottenere assistenza immediata a tutte le ore del giorno con una dedizione veramente difficile da riscontrare . Grazie alla Emme Uno ho riscoperto il piacere, quasi perso a causa del poco tempo che oramai posso dedicare alla mia passione, di sentirmi libero (anche in sessioni decise all’ultimo momento con strumentazione ancora da montare), di scegliere il soggetto in base alle mie esigenze e al mio gusto senza limiti di altro genere (con la Atlas arrivare sul sito fare un’ora di stazionamento accurato e poi pensare di riprendere a f 10 con pose più lunghe di 2-4 minuti è stata sempre utopia).L’unica accortezza (peraltro non esiziale) è quella di bilanciare bene il sistema, cosa peraltro facile vista l’estrema già ricordata fluidità dei movimenti.
Pertanto per quanto mi riguarda, per questo grandissimo contributo alla nostra passione che solo un appassionato dotato di grande competenza tecnica poteva dare, mi sento di ringraziare Luciano veramente di cuore!